Buongiorno amici della PasSecur, a furia di decreti su decreti in questo periodo, siamo stati sobillati da chiamate di molti imprenditori, grandi e piccoli, su come e quando si dovesse ripartire in sicurezza.
Noi abbiamo dato tutta la nostra disponibilità per chiarire i dubbi, che si erano creati nelle persone, durante questo periodo, supportando i nostri clienti e non, come da sempre facciamo.
Ora veniamo al sodo e vediamo cosa è obbligatorio fare per questa “FASE 2”, Innanzi tutto la prima domanda a cui dobbiamo rispondere è: “Posso riprendere l’attività?” e la risposta è “dipende”. Si, dipende, per 2 grossi motivi, il primo di natura prettamente legislativa; a fronte dell’ultimo DPCM (decreto del presidente del consiglio dei ministri) del 26/04/2020, vengono citate le attività che possono procedere alla riapertura al pubblico. Il secondo grosso motivo è di tipo preventivo, per quanto riguarda le misure di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Dunque posto che potrete approfondire nei link alla fine dell’articolo sui decreti e protocolli, cerchiamo di dare una linea di massima su chi potrà riaprire, come e quando.
1) Requisito fondamentale per poter riaprire, per le attività commerciali, è quello di soddisfare il protocollo di sicurezza, siglato dal governo con i sindacati, di fine marzo, aggiornato oppure quello dell’INAIL, che in pratica sono molto simili. Riporteremo solo i punti più generali:
Naturalmente queste sono SOLO ALCUNE delle misure da attuare in generale, anche perché molte dipendono invece dal singolo caso specifico e vanno analizzate con attenzione per trovare le giuste soluzioni che garantiscano la salute e sicurezza di tutti.
Teniamo a sottolineare che qualora non vengano soddisfatte le nuove misure di prevenzione e protezione, ci sarà l’IMMEDIATA SOSPENSIONE dell’attività.
Dunque adesso analizziamo il fattore temporale delle attività che potranno riprendere a lavorare, disciplinate dal nuovo DPCM del 26 aprile:
Per la completa ripresa della “nuova normalità” si dovrà attendere la fase 3, che si pensa si possa attuare per fine anno.
Queste sono le principali misure da attuare, per la vostra attività, ma non sono le uniche, bisognerà rifare una nuova analisi dei rischi e la valutazione del rischio covid19 aggiornando il DVR.
Speriamo di essere stati chiari ma per le vostre domande, che saranno tantissime e che meritano di essere risposte ad una ad una, contattateci e vi offriremo tutto il supporto per poter riaprire in serenità e senza incappare in infortuni o problematiche sanzionatorie.
Seguiranno altri articoli più specifici sul nostro sito, seguiteci e qui sotto intanto vi alleghiamo le disposizioni obbligatorie dei protocolli di sicurezza e dei decreti di aprile.
La Passecur cerca sempre di dare completo supporto e di trovare per voi la soluzione migliore e più consona ad ogni vostra esigenza.
Protocollo Inail contenimento e prevenzione nei luoghi di lavoro
Buon Giorno, oggi, 13/10/2019 ricorre la 69° Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro.
Per noi della Passecur e per tutte le altre persone, questa giornata dovrebbe essere sempre una priorità, farci riflettere sullo stato delle cose.
Cosa è andato storto, cosa è andato bene e come possiamo risolvere e migliorare le problematiche che affrontiamo quotidianamente.
Questo video, realizzato da attori no profit su richiesta dell'ANMIL, è molto simbolico ed in un minuto e racchiude il significato del dramma, non del lieto fine fiabesco che, purtroppo, è quasi sempre scontato sul lavoro, quando le cose non vanno per il verso giusto.
Ma perché le cose non vanno per il verso giusto? Bhé la risposta non è semplice ed univoca.
Come nella maggior parte delle domande, sono molti i fattori che devono essere presi in considerazione per poter formulare una risposta che abbia un senso.
Siamo ormai, abituati a piangere e fare spallucce quando succede un incidente sul lavoro, a volte sentiamo commenti come "…è stato sfortunato…", "…purtroppo in quel lavoro si sa che è pericoloso…";
Giustificazioni che fanno solamente aumentare la rabbia e l'indignazione delle persone più vicine, oltre che a noi addetti ai lavori.
Spesso noi vediamo gli effetti dei danni, ma non riusciamo a risalire alle cause, quando ci riusciamo invece, potrebbe succedere che ci si accorge che sarebbe potuto bastare veramente poco per evitare l'incidente.
Questo crea sconforto perché si evince che abbiamo un grosso problema culturale. Siamo a fine 2019, eppure le statistiche parlano chiaro:
Sono aumentati il numero di incidenti sul lavoro in proporzione alla quantità di lavoro.
Non possiamo spiegare in un solo articolo perché succede ciò, possiamo però notare che la qualità del lavoro non sta aumentando, anzi.
Possiamo dire che la società che abbiamo costruito, ci costringe ad essere sempre più competitivi e proporre lavori sempre più al ribasso, a danno chiaramente di tutto il tessuto sociale ed economico.
La salute e sicurezza che è un diritto inalienabile dell'uomo, viene vista come un intoppo per la maggior parte delle aziende, un mero adempimento legislativo. Crediamo non ci sia concezione più sbagliata. Vero che molti piccoli imprenditori che hanno a cuore la salute loro e dei propri dipendenti, quando ne hanno, non posseggono i mezzi necessari per auto tutelarsi; se lo facessero, potrebbero correre un rischio troppo alto di non portare il pane a casa per sopravvivere.
Conosco molti imprenditori che si svegliano alle 4 del mattino, rimboccandosi le maniche e cercando di fare il possibile per portare a buon fine la giornata; molti di loro, spesso guadagnano meno dei propri dipendenti.
Ho sentito una improbabile sequela di soluzioni più disparate per risolvere questo annoso problema.
Oggi, come riportato dall'ANSA, il presidente della repubblica, Mattarella, dice :
"La sicurezza di chi lavora è una priorità sociale ed è uno dei fattori più rilevanti per la qualità della nostra convivenza.
Non possiamo accettare passivamente le tragedie che continuiamo ad avere di fronte. Le istituzioni e la comunità nel suo insieme devono saper reagire con determinazione e responsabilità…
Sono stati compiuti importanti passi in avanti nella legislazione, nella coscienza comune, nell'organizzazione stessa del lavoro.
Ma tanto resta da fare per colmare lacune, per contrastare inerzie e illegalità, per sconfiggere opportunismi…Serve un'azione continua, rigorosa, di prevenzione.
L'applicazione e il rispetto delle norme va accompagnata a una corretta attività di vigilanza cui devono essere assicurate le risorse necessarie…
Iniziative come quelle che si promuovono oggi in tutto il territorio nazionale - prosegue Mattarella rivolgendosi all'Anmil - accrescono la consapevolezza del valore della formazione.
Tutti, dai dirigenti dell'impresa ai singoli lavoratori, sono chiamati a prestare la giusta attenzione al rispetto delle norme e degli standard più avanzati e l'impegno comune è condizione per raggiungere il traguardo di una maggiore sicurezza".
Bene, bellissime parole, si parole, perchè la realtà dei fatti è chè esiste uno stato, che per costituzione tutela il lavoro ma che in realtà offre pochissimi mezzi, del tutto farraginosi, per risolvere il problema a monte.
Ci vorrebbe una campagna epocale di interventi fin dal principio. Educare i ragazzi fin da quando sono piccoli ai precetti universali della salute e sicurezza. Aiutare finanziariamente e tecnicamente le aziende, specie quelle microimprese che non ce la fanno, a dotarsi di tutti i mezzi per fare un lavoro nella massima sicurezza e senza che questo venga percepito come un peso.
Invece ancora stiamo qui a piangere giornalmente, la perdita dei nostri cari, che rischiano la vita, per portare a casa un pezzo di pane e dignità.
Nel video precedente c'è capitan Uncino, e mi ha fatto venire in mente una frase della famosa canzone di Bennato, il Rock del capitan Uncino che cita :"…Per smuovere la gente, non bastano i discorsi, ci vogliono le bombe!"
Chiudo con un anelito di speranza Leopardiana, questa potrebbe essere l'occasione per poter far crescere "la Ginestra" sulle nostre coscenze ed essere consapevoli dell'immane spreco che perpetuiamo ogni giorno.
Grazie per l'attenzione.
Buon giorno e ben ritrovati sulla Passecur.
Nell'articolo precedente avevamo introdotto in maniera etica e generale, il fatto che tutti noi siamo soggetti alla "Salute e Sicurezza sul lavoro".
Ora andiamo a vedere proprio nella pratica, quali sono gli adempimenti a cui noi siamo soggetti.
Una premessa è doverosa, ognuno di noi, differentemente dal tipo di lavoro che svolge, dall'attività e dal livello di rischio, dovrà soddisfare specifici requisiti.
Qui in questo articolo però, menzioneremo gli obblighi base che tutti dobbiamo svolgere, quindi cercheremo di fare più chiarezza su chi e quando deve fare cosa.
Incominciamo dai Lavoratori Autonomi, imprese individuali e quelle Familiari (fino al 3° di parentela sanguigna o 2° acquisita).
Secondo l'articolo 21 del d.lgs 81/08 che spesso viene anche chiamato Testo unico sulla sicurezza:
"(Disposizioni relative ai componenti dell’impresa familiare di cui all’articolo 230-bis del codice civile e ai
lavoratori autonomi)
Quindi in sostanza bisogna munirsi delle giuste tutele di protezione, attrezzature, DPI sempre in buono stato e funzionali e avere un tesserino di riconoscimento.
Facoltativo è invece beneficiare della Sorveglianza Sanitaria e di effettuare corsi di formazione sulla Salute e Sicurezza del lavoro.
Un piccolo appunto sul cosiddetto "Smartworking", quel lavoro dipendente che viene effettuato da casa. Qui il Datore di lavoro, deve garantire le tutele per la sicurezza e dare anche un'informativa sui rischi al lavoratore. Qui si aprono parecchie diatribe, perchè il D.lgs 81/08, deve aggiornarsi in maniera più esaustiva e sicuramente lo farà nel breve futuro.
Passiamo ora all'Azienda con dipendenti, oppure senza dipendenti, costituite da due o più soci, come ad esempio potrebbe essere una start up o una cooperativa.
Se vi ritrovate in questa tipologia di attività di lavoro, vi saranno richiesti questi adempimenti:
1) Identificare il socio che svolgerà i compiti di datore di lavoro, cosicché gli altri soci(se si tratta di aziende senza dipendenti), verranno equiparati ai lavoratori.
2) Elaborare il DVR (documento di valutazione rischi), redatto dal datore di lavoro, con l'aiuto di altre figure ed altre valutazioni più approfondite se necessario.
3) Se il datore di lavoro, non si affida ad un tecnico specializzato esterno o interno alla sua azienda come l'RSPP (Responsabile del servizio di prevenzione e protezione), egli stesso è obbligato a frequentare un corso RSPP/datore di lavoro, con il rilascio di attestato, una volta superata una prova finale.
4) La Sorveglianza Sanitaria dell'azienda, quindi la nomina di un M.C. ( medico competente, del lavoro), che aiuterà a redigere anche il DVR, oltre a controllare la salute dei lavoratori, tramite visite mediche periodiche ai suddetti, che ne decretano idoneità alla mansione da essi svolta.
5) Naturalmente gli altri soci-lavoratori, dovranno frequentare i corsi di formazione base e specifica per la Sicurezza sul lavoro.
6) Se con dipendenti, bisognerà nominare un RLS (Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza), che dovrà fare un corso specifico per la sua formazione, oppure nominare un RLST (territoriale esterno), poi comunicando il nominativo all'INAIL.
7) Sempre se con dipendenti, Nominare le altre figure necessarie di Addetto alle Emergenze e Primo Soccorso, Addetto alla lotta Anticendio e se necessario altre figure come preposti e dirigenti, che devono fare altri corsi specifici.
Noi della Passecur, siamo sempre al vostro fianco e per tutte le domande, siamo sempre a vostra disposizione. Contattateci e vi risponderemo in brevissimo tempo, trovando la soluzione che fa per voi, che avete a cuore il vostro lavoro.
In un mondo sempre più frenetico, ogni persona è soggetta a nuovi adempimenti legislativi e strutturali.
Da questa jungla, spunta anche la Salute e Sicurezza sul lavoro.
Quante volte avete sentito questa parola? Quante volte vi hanno chiesto documenti cartacei come DVR, POS, PSC, attestati di formazione sulla sicurezza? RLS? RSPP? Preposto e chi più ne ha più ne metta.
Quanti di voi la conoscono la sicurezza sul lavoro? Quanti la rispettano e la mettono in pratica?
Bene, queste sono solo un minimo della moltitudine di domande a cui dovremmo rispondere, ma non preoccupatevi, riusciremo a farci un quadro generale, che potremo approfondire negli articoli successivi che troverete qui sulla Passecur.
In questo primo articolo della Passecur, vorremmo un po’ spiegare perché esiste ed è necessaria la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Fin dall’antichità abbiamo preso misure di sicurezza, che spesso altro non sono che misure dettate dal buon senso, insite nella nostra natura umana.
Si provi a vedere le costruzioni delle piramidi nei resoconti dell’epoca, della torre di Babele nella Bibbia (da cui verrà ripreso un articolo ad hoc), delle strade romane, delle cattedrali medievali, delle prime strutture in ferro come binari per i treni, fino ad arrivare alle moderne costruzioni e servizi di cui facciamo uso quotidianamente, spesso senza accorgercene. Tutte le attività menzionate e non, necessitavano di qualche misura atta ad evitare che le persone si potessero fare del male e che le strutture fossero in grado di resistere al corso del tempo. Per esempio, sono stati scoperti tutta una serie di attrezzi, negli scavi archeologici, come cinture di sicurezza, copricapo, indumenti, rudimentali, che servivano per dare un minimo di protezione alle persone che li utilizzavano. Naturalmente nel corso del tempo, si sono sempre migliorate queste misure ed altre se ne sono aggiunte.
Arriviamo a noi, e cerchiamo di rispondere grossolanamente alla prima domanda: “Ma quindi cos’è questa sicurezza sul lavoro?”
La sicurezza sul lavoro, altro non è che una serie di azioni, buone prassi e misure che, utilizzate nel contesto del lavoro, in maniera corretta, ci permettono di lavorare nelle condizioni migliori. Queste condizioni migliori, sono necessarie allo svolgimento della nostra attività e non potrebbe essere altrimenti.
Se riuscissimo a mantenere un buon livello di salute e sicurezza sul lavoro, ne gioverebbero tutti.
Facciamo un esempio banale ma indicativo: sono un operaio di cantiere che deve montare il ponteggio per il cantiere. Se io non fossi stato istruito e non mi fossero dati gli strumenti adatti e sicuri per montare quel ponteggio, non è detto che non lo riesca a montare, anzi, probabilmente potrei riuscirci anche più velocemente. Ma ad ogni causa, corrisponde un effetto si dice… quali potrebbero essere gli effetti? Un ponteggio montato male, potrebbe portare a gravi incidenti quali cadute dall’alto degli operai che vi transitano, con conseguenze spesso mortali; potrebbero cadere mezzi o attrezzi dall’alto che finirebbero su persone che invece passano e lavorano sotto od in prossimità del ponteggio. Questo cosa comporta? Bhè di sicuro QUALCUNO SI FARÀ MALE! Si può dare un valore alla salute umana? Questa è la domanda più importante per cui, sinceramente, la nostra risposta dovrebbe essere scontata! Un secco e forte NO! Noi crediamo che alla fine, tutti siamo d’accordo su questo.
Ora, qualcuno potrebbe fare però, un ragionamento, meramente materiale. ”… Si è vero, la salute è la prima cosa, ma se, a causa degli investimenti sulla salute e sicurezza, impiego più tempo per fare un lavoro, rischio di essere tagliato fuori dal mercato frenetico di oggi e di non poter più lavorare…” anche questa è una logica insensata! Se andassimo a vedere la realtà dei fatti, scopriremmo che le aziende che fatturano di più, a parità di grandezza, indipendentemente dalla quantità del lavoro, sono quelle che si muniscono di un buon livello di salute e sicurezza, questo perché si riducono di molto gli infortuni ed incidenti sul lavoro e quindi l’azienda che investe, ha un netto ritorno economico. Non cito neanche le sanzioni degli organi di controllo per ovvi motivi. Se un nostro lavoratore si facesse male, non solo non potrebbe più finire il lavoro che stava svolgendo, sperando comunque non gli sia capitato un infortunio mortale, ma la nostra azienda sarebbe costretta o a non poter continuare la sua attività o a sostituire quel lavoratore con un altro, che dovrebbe essere formato e messo in regola con un altro stipendio da pagare senza avere la certezza della genuinità del suo lavoro. Avremmo quindi speso molto, perso molto più tempo e cosa avremmo ottenuto? Un lavoro non garantito e un lavoratore infortunato. È questo quello che vorremmo per noi? Non credo proprio.
Questo ragionamento vale per tutti noi! Nessuno escluso, dal cameriere all’impiegato, dal volontario, stagista al dirigente navigato, TUTTI SIAMO SOGGETTI E DOBBIAMO ESERCITARE IL NOSTRO DIRITTO ALLA SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO!
Ognuno di noi, con le giuste azioni e misure, a secondo del lavoro specifico che svolge, può mettere la sua attività al sicuro.
Naturalmente possiamo fare tanto per questo e nel giusto contesto ottenere dei risultati grandiosi, se solo le cose si fanno per bene e con progettazione e cognizione di causa.
Abbiamo provato quindi a dare una prima immagine panoramica di cosa sia la sicurezza sul lavoro e chi ne è soggetto.
Nei prossimi articoli della Passecur faremo chiarezza e delineeremo più approfonditamente gli aspetti più importanti come adempimenti legislativi e gestionali.
Cosa deve fare un’azienda? cosa deve fare una ditta individuale? E tutte le altre domande a cui è necessario dare una risposta.
Quali domande avete voi? Noi della Passecur, siamo a vostra disposizione per qualsiasi chiarimento e per trovare le soluzioni migliori alle vostre problematiche. Fateci sapere se l’articolo vi è piaciuto o no.
Scriveteci qui e sarete prontamente ricontattati!